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Mino Denti: vi racconto il mio ciclismo
intervista di Davide Pegurri InbiciMagazine
Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Ciclismo ieri oggi & domani, Stadio, arena e centro sportivo, Piazza 28 maggio. 5, Sulzano.
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Intervista dell' amico Davide Pegurri a Marco Canola
Davide Pegurri intervista Marco Canola : " Non ho mai messo in dubbio le mie qualità, e ora sono pronto per gli europei di Glasgow
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Giornata storica per l'atletica italiana: il 20enne è il primo italiano a correre sotto i 10 secondi: il record di Mennea resisteva da 39 anni
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È trascorsa più di una settimana dal termine del Giro d’Italia, e andando a leggere forum, pagine social, articoli e commenti vari sullo spettacolo appena archiviato, rifletto sul come il ciclismo sia un gran bel mondo, e anche chi lo frequenta e lo segue rappresenti una “fauna” molto variegata e complessa. La specie maggiormente diffusa si concentra e dibatte sul tema doping. A costoro chi vince non convince, mai! O meglio chi vince, convince tutti che vince perché dopato. Allora via con argomentazioni di natura scientifica, tabelle statistiche, riferimenti al passato, analisi arricchite con critiche ai commentatori (soprattutto della tv di stato, fa più audience), rei di enfatizzare gesta che tra qualche settimana saranno cancellate da sentenze o da scoperte che gli appartenenti alla specie già conoscono e che promettono di spiaccicarti sotto il naso. Questi soggetti della bicicletta riconoscono a malapena l’anteriore dal posteriore, adepti e seguaci, fissi ed occasionali, di taluni commentatori che utilizzano l’equazione ciclismo/doping per attirare like e dare visibilità ai loro profili social ed ai loro blog personali. Mi domando perché seguano e guardino il ciclismo? Non sarebbe meglio lasciar perdere? In televisione passa di tutto, un bel film, un bel documentario, una bella telenovelas sudamericana? Con quale spirito vi sedete di fronte al televisore per seguire il ciclismo se ogni successo lo commentate sempre allo stesso modo? Altra specie, meno diffusa ma molto rumorosa, gli ex corridori. Posso capire che dopo anni in cui nessuno ti chiama, la telefonata per chiederti un commento ti possa far sentire legittimato a spararla grossa, che per avere finalmente qualche riscontro sul proprio profilo FB devi scrivere delle oscenità, ma a spararla troppo grossa non ci fate una bella figura. Tra questi annovero anche qualche grande ex, ma la faccenda si fa ancor più seria quando la specie intreccia anche corridori in attività, che probabilmente dimenticano di essere sulla stessa barca di chi contribuiscono a denigrare. I post, i commenti, le interviste, i pareri di costoro evidentemente non aiutano il ciclismo ad uscire dagli stereotipi nei quali si trova ingabbiato, stereotipi alimentati purtroppo anche da regole che sembrano utili solo alla proliferazione di soggetti con tanta voglia di gettare fango, e non a fare la necessaria chiarezza. Ritenendomi però un inguaribile ottimista, mi stringo ai tanti, tantissimi, che riescono a guardare il ciclismo con gli occhi incantati di fronte alle imprese di Yates a Campo Imperatore e Sappada, di Froome sullo Zoncolan e Bardonecchia, o con il dispiacere per le crisi di Chavez a Gualdo Tadino, di Yates sul Colle delle Finestre o di Pinot andando verso Cervinia, senza voler dare forzatamente una lettura articolata funzionale ad uno scontato secondo fine. Sono i tanti che catalogo nella terza specie, quella sana, quella che ancora si emoziona, che applaude e che tifa per qualcuno e non contro qualcuno, essendo normali sono meno rumorosi. Il ciclismo va guardato e commentato così, senza dietrologie e pregiudizi.
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Ha pagato un prezzo troppo alto il transalpino, un calvario e la fine di un sogno di un podio che era più che meritato anche senza acuti di spicco, Allez Thibout!!!
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